Diversi studi hanno dimostrato che il cervello non conosce la differenza tra ciò che pensa internamente e ciò che sperimenta nell’ambiente esterno. Nel corso di un esperimento, a due gruppi di persone che non erano capaci di suonare il pianoforte venne richiesto di imparare degli esercizi di piano per una sola mano e di eseguirli per due ore al giorno per cinque giorni, con un’importante differenza: un gruppo eseguiva gli esercizi, mentre l’altro ripeteva mentalmente gli stessi esercizi senza usare le dita. Alla fine dei cinque giorni, dalle scansioni cerebrali risultò che entrambi i gruppi avevano sviluppato la stessa quantità di circuiti cerebrali nuovi. Il cambiamento che vogliamo compiere deve andare al di là del pensiero e addirittura del fare; dobbiamo arrivare fino al livello ultimo, quello dell’essere. Se voglio veramente essere un pianista, inizierò con l’acquisire conoscenza, che implica il pensiero. Allora potrò iniziare ad acquisire esperienza attraverso la ripetizione mentale, che implica di nuovo il pensiero. E questo pensiero si attiva e comincia a partire dalla nostra facoltà di immaginare.

Noi siamo gli unici esseri viventi che hanno il potere dell’Immaginazione. Se impariamo ad indossare le lenti dell’immaginazione e usare occhi nuovi, attiviamo inesorabili processi di cambiamento.

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